Generale
1-2 Notti
Limitazione all’utilizzo braccia per 2-3 settimane, possibile riprendere a guidare dopo la rimozione dei drenaggi, Esercizio fisico lieve dopo 1 mese, Esercizio fisico intenso dopo 3 mesi
1-2 ore
L’espansore mammario, inserito contestualmente o successivamente all’intervento di mastectomia sotto il muscolo pettorale e il muscolo serrato, è un dispositivo che permette l’espansione della cute e muscolo in previsione di essere sostituito da una protesi mammaria dopo un periodo di tempo variabile (almeno 6 mesi).
Si presenta inizialmente come un palloncino sgonfio, che viene gradualmente riempito con soluzione fisiologica fino al raggiungimento del volume desiderato.
L’ intervento di sostituzione dell’espansore prevede un’incisione cutanea praticata sulla vecchia cicatrice, rimodellamento della tasca mammaria e posizionamento di un drenaggio e dell’impianto protesico.
La ricostruzione mammaria immediata con protesi prevede il posizionamento dell’impianto protesico in sede sottomuscolare (o pre-pettorale) contestualmente alla mastectomia. Trova indicazione in pazienti con un seno di volume medio-piccolo e talvolta prevede l’utilizzo di una matrice dermica o rete per completare la porzione infero-laterale della tasca mammaria.
Il vantaggio è rappresentato dalla possibilità di ultimare il processo di ricostruzione mammaria in un unico tempo chirurgico, lo svantaggio dal fatto che in molti casi è necessaria la revisione della ricostruzione.
Esiste un’ampia gamma di protesi mammarie che si differenzia per forma, dimensioni, proiezione, consistenza e caratteristiche del rivestimento. Ciò permette di ottenere il miglior risultato in base alla conformazione anatomica della paziente e al volume che si vuole ottenere.
In commercio esistono protesi in gel di silicone e protesi con rivestimento in poliuretano, di forma anatomica (a goccia), ergonomica e rotonda, con rivestimento liscio o texturizzato (ruvido).
Il dispositivo protesico viene scelto in base alla larghezza del torace, alla larghezza della base di impianto della mammella, all’altezza della paziente, alla qualità e allo spessore dei tessuti e al risultato che si vuole ottenere, nel rispetto dell’armonia corporea.
In realtà non esiste una risposta univoca a questa domanda. Come tutti i materiali, anche le protesi vanno incontro ad usura con il passare del tempo, quindi possono lesionarsi.
È stato stimato che le protesi costituite con i materiali di nuova generazione hanno una durata media compresa tra i 10 e 20 anni. Questo non esclude il fatto che le protesi possano essere sostituite prima per motivazioni estetiche e non.
L’esecuzione annuale di ecografia e/o mammografia permette di avere un’idea abbastanza precisa dello stato delle protesi, anche se l’esame più specifico risulta essere la risonanza magnetica.
Questo esame è sempre consigliato a 10 anni dall’impianto protesico, per valutare lo stato delle protesi o in caso di diagnosi di sospetta rottura protesica.
Le protesi di ultima generazione sono costituite da un gel coesivo, quindi l’eventuale rottura non comporta una disseminazione del silicone e problematiche per la salute della paziente. Una protesi rotta (per usura, eventi traumatici, incidente stradali ecc..) va comunque sostituita.
Una paziente che si sottopone ad intervento di mastoplastica additiva deve considerare la possibilità un’ulteriore intervento chirurgico potrà rendersi necessario nel tempo, non solo in relazione al cambio delle protesi ma anche in conseguenza alle modifiche che il corpo subisce con il passare degli anni.